Risposta: E’ l’infiammazione cronica della parete posteriore dell’ingresso vaginale.
Risposta: Bruciore, dolore o irritazione all’ingresso della vagina. Eseguire una visita ginecologica, perlomeno un tampone colturale e uno swab test.
Risposta: serve a capire il dolore vulvare dove è localizzato e quali sono le terapie da effettuare. Leggi l’articolo correlato.
Risposta: Già dalla visita ginecologica si riesce a inquadrare il problema. Per inquadrarlo perfettamente si esegue un tampone colturale, uno swabtest ed una vulvoscopia. Nel 90% dei casi si arriva ad una diagnosi e ad una terapia.
Risposta: Fare innanzitutto una test di gravidanza (Beta-hcg su sangue!).Poi rivolgersi allo specialista per un consulto.
Risposta: Le possibili cause sono veramente tante! Vanno da una endometriosi alla presenza di una cisti ovarica, da una semplice infiammazione ad una gravidanza extrauterina ed altro ancora. Quindi è realmente importante la visita ginecologica ed una ecografia.
Risposta: Infiammazione degli annessi dell’utero: può riguardare ovaie e salpingi o tube. Detta anche salpingovarite può essere acuta, sub acuta o cronica.
L’annessite acuta è caratterizzata da dolori al basso ventre che spesso si irradiano fino alla regione lombo-sacrale. Questi dolori si intensificano con i movimenti e i rapporti sessuali.
Risposta: Nelle donne si può definire climaterio il periodo che intercorre tra l’ultima mestruazione regolare e la definitiva cessazione delle mestruazioni (menopausa) caratterizzato da disturbi vasomotori, nervosi ed endocrini.
Risposta: Certamente! Basta capirne le cause con una semplice consulenza ginecologica. Può dipendere da fattori infiammatori, infettivi, ormonali…Fare subito una consulenza!
Risposta: La candidosi è un’infezione causata da funghi del genere Candida, più frequentemente dalla specie Candida albicans. Questa si riscontra abitualmente nel cavo orale, nella vagina e nel tratto gastrointestinale; in particolari condizioni può diventare infettante determinando la malattia.
Risposta: Sembra che l’Unione Europea stia liberalizzando la vendita in molti paesi. In Italia ci vuole ancora la prescrizione medica con analisi preventive atte ad evitare gravi effetti collaterali. Non è certo che dopo averla presa non ci sia il concepimento. Quindi è molto più logico assumere un anticoncezionale per evitare di arrivare a questo tipo di contraccezione di emergenza, molte volte inutile e pericolosa.
Risposta: Solo nelle strutture pubbliche autorizzate. Entro la 12° settimana.
Risposta: dalla sterilità alla setticemia. Chiaramente per fortuna è un evento raro se si seguono i protocolli aziendali suggeriti dal ginecologo che esegue l’intervento.
Risposta: Poichè le cause sono innumerevoli (vedi articolo correlato), conviene prima fare una consulenza dal ginecologo esperto in materia per inquadrare l’iter diagnostico.(Vedi articolo correlato).
Risposta: Antitrombina III, omocisteina, pap test, visita alle mammelle e, importantissima, la visita ginecologica correlata ad una ecografia.
Se si dimentica di prenderla e la si recupera entro 12 ore, non ci sono problemi. Se vengono dimenticate più di una pillola, bisogna recuperarle. In tal caso continuare ad assumerla sino alla fine della confezione, ma non si è più protette da un punto di vista anticoncezionale.
Risposta: La cosiddetta “piaghetta” nel gergo comune si riferisce ad una erosione del collo dell’utero. Tanti anni or sono i ginecologi diagnosticavano questo stato sicuramente come un dato patologico e procedevano alla “bruciatura” mediante bisturi elettrico. Attualmente la corretta procedura si avvale innanzitutto di un pap test seguito eventualmente da una microfotocolposcopia e poi in ultima analisi si valuta il trattamento giusto.
Risposta: Le cause possono essere legate a problemi di natura relazionale e psicologica oppure a problemi organici (patologie come la sclerosi multipla o traumi vertebro-midollari).
Risposta: Dipende dal tipo di problema: se c’è una impossibilità a procreare oppure ad avere un rapporto. Esistono esami specifici per l’uno e per l’altro caso per fare diagnosi e terapia.
Risposta: E’ una tecnica diagnostica non invasiva per esaminare cute e genitali maschili in caso di sospetto di condilomi o altre patologie.
Risposta: Il collo dell’utero è statisticamente, insieme alle mammelle e ai polmoni, soggetto a sviluppare un cancro piu’ facilmente di altri organi. Ecco perchè non si fa il pap test, cioè l’esame delle cellule, alla lingua. Semplicemente perchè il cancro della lingua è raro.
Risposta: Sappiamo bene che la vaccinazione per l’HPV va fatta alle adolescenti tra gli 11 e i 16 anni perchè questo virus è causa del 90% del cancro al collo dell’utero. Per chi non avesse fatto la vaccinazione, conviene fare la ricerca del DNA virale almeno una tantum. Purtroppo l’HPV si comporta in una cellula come un leone che dorme anche per anni. Se si sveglia…?
Risposta: Il papilloma virus umano o HPV è un virus appartenente al gruppo dei papillomavirus. Le infezioni da HPV sono estremamente diffuse e possono causare malattie della pelle e delle mucose (quali condilomi) e cancro del collo dell’utero.
L’ HPV si contrae tramite contatto diretto (sessuale, orale e cutaneo).
Risposta: Non esiste attualmente un’indagine che ce lo possa far capire. Se però ci sono dei sospetti di condilomi, conviene eseguire una genitoscopia.
Risposta: Sono escrescenze di natura infettiva. Se sono acuminati hanno come causa l’HPV.Si eliminano o farmocologicamente o con diatermocoagulazione o crioterapia o laserterapia.
Risposta: E’una neoformazione in genere benigna che nasce o all’interno dell’utero o sul collo dell’utero. La trasformazione maligna è rara ma conviene sempre asportarlo sia perchè può dar luogo ad emorragie sia trasformarsi in tumore maligno.
Risposta: Molto dipende se questi dolori ci sono sempre stati, cioè dalla prima mestruazione, oppure siano comparsi in epoca successiva. Le patologie associate sono molte. Conviene sempre fare una ecografia e una visita dove è possibile. Almeno per avere un primo approccio sulla diagnosi.
Risposta: Si chiama anche fibroma o leiomioma. Sono tumori benigni. Toglierli dipende dal numero, dalla sede, dal volume, dall’età della donna, dalla sintomatologia e da eventuali perdite ematiche e mestruali. La trasformazione in tumore maligno è rara. Comunque conviene fare una ecografia pelvica e una visita ginecologica.
Risposta: La soluzione al suo problema esiste. Si tratta di effettuare un Test di di Attribuzione di Paternità mediante ibridazione al DNA-QF-PCR mediante villocentesi, esame che le consentirebbe di avere una risposta in 48 ore!
Risposta: Viene effettuata in genere alla 21esima settimana e serve a vedere se ci sono malformazioni fetali evidenziabile a quest’epoca.
Risposta: E’ una dilatazione delle vene dei testicoli che aumentando la temperatura può provocare danni agli spermatozoi. Si risolve con un intervento in microchirurgia
Risposta: Sia per richiesta specifica della paziente sia perchè nel 2015 non sono più applicabili ausili come forcipe o ventosa o manovre ostetriche se non d’urgenza.
Risposta: Come dice la risposta stessa, “naturalmente” ovverossia senza interventi esterni e sempre che non ci siano presupposti che lo controindichino. Non dimentichiamo mai che il fine giustica i mezzi! Lo scopo è la salvaguardia e il benessere sia della madre che del nascituro, sia che ci sia un parto spontaneo che un taglio cesareo. Inoltre, ma solo per conoscenza, leggere l’articolo “parto spontaneo” a cui rimando per una dettagliata sintesi (Informativa per le pazienti gravide).
Risposta: Il T(toxoplasmosi) O (others) R (rosolia) C (citomegalovirus) H (herpes simplex), possono essere responsabili di malformazioni fetali. Vedi articolo correlato.
Risposta: E’ il prelievo transaddominale del liquido amniotico. Il rischio è quello della interruzione di gravidanza che si aggira intorno al 0,031%.Cosa si può individuare? Anomalie cromosomiche anche con piccoli riarrangiamenti molecolari come anche difetti genetici clinicamente ed eticamente rilevanti. Conviene farla alle donne che hanno superato il 35esimo anno di età, in presenza di fattori di rischio familiari o in caso di malattie infettive. Non dimentichiamo comunque che l’incidenza di alterazioni genetiche in una donna di 20 anniè di circa 1:1600 sino ad arrivare a 1:350 dopo il 35esimo anno. Vedi anche articolo correlato.
Risposta: è una gravidanza in cui l’ embrione si impianta al di fuori della normale sede uterina. L’incidenza è di 1 su 200 gravidanze circa e nel 98% dei casi l’impianto avviene a livello delle tube (gravidanza tubarica), il cui lume è tuttavia troppo ristretto per accogliere un sacco gestazionale in via di sviluppo: si ha così aborto o rottura tubarica.
Risposta: Si, chiaramente monitorando il travaglio con molta attenzione, per possibile rottura della cicatrice isterotomica.
Risposta: Valutare con ecografie il volume e la tipologia. Oggi esistono indagini molto accurate per individuarne la natura.
Risposta: l’endometriosi (da “endo”, dentro e “metra”, utero) è una malattia cronica e complessa, originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell’utero, cioè l’endometrio, in altri organi quali ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino. Ciò provoca sanguinamenti interni, infiammazioni croniche e tessuto cicatriziale, aderenze ed infertilità.
Risposta: La micropolicistosi ovarica è una disfunzione ormonale cronica caratterizzata da un eccesso di androgeni e dalla riduzione o assenza della capacità ovulatoria dell’ovaio.
Risposta: E’ un dispositivo in plastica e rame che si inserisce nell’utero ed ha una durata che va dai due ai cinque anni. Può essere rimosso in qualsiasi momento. Il rischio di gravidanza è di circa il 2%. E’ preferibile per donne che hanno già avuto figli.
Risposta: Entrambe. Fattori clinici e psicologici ne determinano la scelta.
Risposta: Quando si è sicuri che non si vogliano altri figli o quando un’altra gravidanza sarebbe pericolosa.
Risposta: Si ha una fuoriuscita degli spermatozoi già dall’inizio del rapporto e l’ovulazione non ha una data precisa.
Risposta: Il periodo fertile molte volte è un concetto teorico. Il concepimento è possibile sempre.
Risposta: una volta penetrati anche alcuni giorni.
Risposta: Si riducono la probabilità per il nascituro di sviluppare malformazioni del sistema nervoso centrale.
Risposta: e’ una modifica del tessuo mammario talora associata ad aumento del tessuto fibroso, cisti, proliferazione cellulare.
Risposta: Se per verginità si intende il non avere avuto rapporti sessuali vaginali completi, tolora non è possibile rilevarlo. Solo se è avvenuta la lacerazione dell’imene la “perdita della verginità” è diagnosticabile.(Vedi “anatomia e fisiologia”).
Risposta: Si, se si intende la ricostruzione dell’imeneassociata, se possibile, a restringimento vaginale.
Risposta: Si. Dipende per quanti giorni e dalle condizioni cliniche della paziente.
Risposta: Quando la donna ha l’esigenza di farlo semplicemente, come qualunque intervento di chirurgia estetica.
Risposta: Si chiama “mastopessi” ed è possibile dopo una consulenza.( vedi articolo correlato).
Risposta: Dipende da quello che si vuole ottenere come effetto finale e dalla conformazione anatomica delle mammelle e dei muscoli pettorali.
Risposta: Circa una settimana.
Risposta: circa due ore e la paziente va a casa nella stessa giornata.
Risposta: con una incisione dietro al padiglione auricolare. Può essere eseguito anche in anestesia locale.
Risposta: In genere con la liposuzione dopo trattamento laser.sempre che la zona da ridurre non sia eccessiva. La valutazione dipende dal chirurgo.
Risposta: se bisogna eliminare solo l’eccesso di pelle in più non è dolorosa, si può fare in anestesia locale e i risultati si vedono dopo circa dieci giorni.
Risposta: Quando c’è un eccesso di grasso addominale in più tale ed uma plica addominale che scenda sino al pube. In tal modo si può fare la trasposizione dell’ombelico.