È l’espulsione spontanea del feto e dei suoi annessi dall’utero materno. Il parto “a termine” si verifica abitualmente 275-295 giorni dopo l’ultima mestruazione.
Indipendentemente dalle statitistiche e pareri decisamente diversi della varie scuole di pensiero, è molto importante chiarire quali possano essere le eventuali complicazioni del parto spontaneo, complicazioni del resto che sono note e che non devono rappresentare motivo di apprensione per la donna che deve partorire ma solo una acquisizione di conoscenza.
Ogni gravidanza ha una storia a sé e quindi sia la futura mamma sia il ginecologo hanno il dovere di valutare serenamente le modalità del parto.
Mai come in questo caso il fine giustifica i mezzi, ovverossia il benessere sia per la gravida che per il neonato che non ha ancora la capacità di intendere e volere e che quindi si affida totalmente al buon senso della madre e alla professionalità del ginecologo.
Informativa per le pazienti gravide
- Possibili complicanze in caso di parto vaginale non operativo
Complicazioni possibili per il neonato
- Lesioni del plesso brachiale (paralisi ostetrica dell’arto superiore)
- Emorragia cerebrale
- Asfissia di vario grado con sofferenza crebrale conseguente ad anossia in fase espulsiva
- Infezioni respiratorie da inalazione di meconio o sangue materno
- Morte dovuta a distacco intempestivo di placenta durante il travaglio espulsivo
Complicazioni possibili per la madre
- Antonia uterina con emorragia profusa
- Rottura dell’utero
- Lesioni traumatiche del canale del parto (cervice uterina e vagina) con possibile cistorettocele e/o prolasso uterino
- Esiti cicatriziali da episiotomia ed episorrafia, con dispereunia (dolore durante il rappporto sessuale)
- Embolia di liquido amniotico (polmonare o cerebrale)
Ed ora una sequenza animata di ciò che avviene durante un parto