Lo studio del canale cervicale ha un ruolo importante nell’ambito della prevenzione dei tumori del collo dell’utero; la colposcopia può valutare lesioni confinate perlopiù all’esocervice, mentre con lo speculum endocervicale si può esaminare solo la porzione inferiore del canalecervicale, ma è evidente che lesioni estese, o situate più in alto possono sfuggire.
Quindi una valutazione dell’endocervice si rende indispensabile nei casi in cui la giunzione squamocolonnare risale nel collo dell’utero, evento quest’ultimo tutt’altro che raro, come confermato da alcune ricerche ove si evidenzia che tale fenomeno può interessare anche il 20% delle donne in età fertile , per non parlare, peraltro, delle donne in postmenopausa. Vi è,poi, la problematica legata all’adenocarcinoma in situ dell’endocervice uterina la cui frequenza è praticamente raddoppiata negli ultimi decenni 2,3:è possibileche questo fenomeno sia anche dovuto al più largo impiego dei contraccettivi orali, che avrebbero un certo ruolo nello sviluppo di questa neoplasia, che,secondo alcuni studi, raddoppia la sua frequenza dopo circa 5 anni di assunzione dei contraccettivi orali e la quadruplica dopo circa 10 anni; inoltre alcune osservazioni suggeriscono, per questo tipo di tumore, la possibilità di una sua rapida progressione essendo stati osservati piccoli carcinomi invasivi in assenza, o non evidenza, di adenocarcinomi in situ; l’invasione avviene, di solito, a livello della giunzione squamocolonnare, va però segnalato che la sua variante endometrioide pur avendo la stessa istogenesi può originare in un punto più alto del canale cervicale e pertanto può sfuggire ad un esame colposcopico; è, quindi, una patologia di difficile inquadramento e c’è chi propone, per una diagnosi precisa, la conizzazione del collo dell’utero, con un numero adeguato di sezioni istologiche sul materiale prelevato ; l’alternativa è rappresentata da un accurato studio dell’endocollo.Un altro aspetto importante, legato alla patologia del canale cervicale, è rappresentato dal riscontro di cellule AGUS al Pap-test e alla loro origine da lesionisituate nell’endocervice, ma anche a livello dell’endometrio e della cervice uterina; a tale proposito da più parti si è suggerito di integrare la colposcopia con eventuale biopsia mirata anche con un curettage del canale cervicale (ECC), soprattutto nel caso si tratti didonne anziane; alcuni autori suggeriscono che la presenza di cellule AGUS vada considerata come un marcatore di importanti neoplasie ginecologiche.
É stato segnalato che nei successivi follow-up cui vengono sottoposte le pazienti che presentano positività per queste cellule, vengono rilevate, con tassi percentuali significativi, lesioni clinicamente rilevanti, rappresentate essenzialmente da adenocarcinomi endometriali e da H-SIL . In una percentuale abbastanza elevata didonne che presentano cellule AGUS al Pap-test si possono riscontrare lesioni di tipo displasico o neoplastico a carico dell’epitelio squamoso o ghiandolare dell’esocervice, dell’endocervice, dell’endometrio e si raccomanda, all’uopo, come corretta pratica clinica, di valutare queste pazienti con colposcopia e ECC.
Già negli anni ottanta veniva segnalata l’eventualità che anche di fronte ad un esame colposcopico definito come soddisfacente vi era la possibilità di rilevare con l’ECC una displasia del canale cervicale e, per tali motivi, anche in lavori molto recenti lo si considera un utile esame complementare ; a conforto di taletesi vi sono studi che sostengono che l’ECC può avere un impatto notevole sulla diagnosi, e condizionerebbe il susseguente atteggiamento terapeutico, in una percentuale significativa di pazienti sottoposte a colposcopia per citologia anormale e/o SIL di alto o basso grado e andrebbe valutata, pertanto, in questi casi, la sua utilità in associazione ad un esame colposcopico di routine.
Lo studio del canale cervicale è utile anche nella valutazione dei carcinomi del corpo dell’utero; a tale proposito, in un lavoro giapponese, su una serie di 60 casi di cancro del corpo dell’utero si riscontrava che ben 18 pazienti (30% circa) avevano un coinvolgimento del canale cervicale; appare ovvio che un rilevo di questo tipo può modificare l’approccio terapeutico. Quindi appare chiaro che lo studio del canale cervicale è importante e questo spiega la frequente raccomandazione di studiare il canale cervicale con un curettage, oppure in alternativa con un brushing del canale che, secondo alcuni può essere ritenuto un’alternativa accettabile, ma pur sempre considerando l’ECC come metodo di prima scelta.
Il canale cervicale può essere studiato con la microcolpoisteroscopia, che risulta particolarmente utile nei casi di colposcopia insoddisfacente o che abbiano dato esito ad un ECC positivo; questa tecnica,però, non ha mai conosciuto una buona diffusione sia per la sua difficoltà di esecuzione sia perché richiede da parte dell’operatore un lungo training in campocitopatologico.
Riteniamo, sulla base della nostra esperienza, che, in alternativa, il canale cervicale possa essere studiato adeguatamente con l’endocervicoscopia, una nuova tecnica che può essere definita come una colposcopia dell’endocollo; infatti essa adotta i criteri diagnostici colposcopici, mentre richiede, per la sua esecuzione,lo strumentario dell’isteroscopia. É possibile una valutazione dell’esocervice, prima, e dell’endocervice, poi, fino all’istmo, completando infine l’indagine con l’esame della cavità uterina (isteroscopia); il tutto avviene nella stessa seduta e nel giro di pochi minuti. Come mezzo di contrasto, per evidenziare le eventuali lesioni tessutali, viene utilizzato l’acido acetico al 5%; in questo modo si ottengono quadri endocervicoscopici che sono del tutto sovrapponibili a quelli colposcopici. Si possono effettuare diagnosi accurate, anche con l’ausilio di biopsie guidate, per quasi tutte le patologie del canale cervicale.