Quando si accusa bruciore, irritazione, dolore pungente, secchezza, dolore durante i rapporti, talora dolore pulsante, prurito o per contatto o sfregamento o penetrazione vaginale o semplicemente i sintomi sono presenti indipendentemente dalla stimolazione bisogna eseguire lo swab test.
E’ un test utilizzato per la diagnosi della vestibolite vulvare. questo test consiste nel praticare un leggero tocco in certi punti del vestibolo con la punta di un cotton fioc tale da suscitare dolore puntorio.
Definizione: Conosciuto anche come test del cotton fioc, o test di Friedrich, è un esame utilizzato per valutare la sensibilità del vestibolo vaginale, in genere attraverso l’uso di un cotton fioc, nelle pazienti con sospetta vestibolodinia o vulvodinia (vedi definizione vulvodinia) La pressione o lo sfioramento di determinati punti vestibolari evoca una reazione di dolore o fastidio esagerata rispetto all’entità dello stimolo.
Vestibolite vulvare e vulvodinia
Per riuscire a capire bene questa patologia è necessario avere un’idea chiara dell’anatomia genitale femminile. Distinguiamo innanzitutto la vulva dalla vagina. La vagina è l’organo che collega l’apparato genitale esterno con l’utero e parte dall’imene per arrivare all’utero; è quindi un organo completamente interno al nostro corpo. La vulva è la parte genitale esterna, che comprende grandi e piccole labbra, clitoride, orifizio uretrale, imene. Il vestibolo è il rivestimento della zona vulvare compresa tra le piccole labbra, cioè tutto quel tessuto rossastro e più delicato racchiuso dalle grandi labbra e che resta al di fuori della vagina.
Letteralmente il termine vestibolite vulvare indica l’infiammazione di questo tessuto rossastro esterno con conseguente dolore. Può essere localizzata e quindi coinvolgere solo il clitoride (clitoridodinia), l’ingresso vaginale, l’orifizio uretrale (uretrodinia), oppure generalizzata con dolore esteso a tutto il vestibolo vulvare.
La vestibolite vulvare (VV) è caratterizzata da 3 sintomi principali:
- dispareunia (dolore ai rapporti sessuali) soprattutto all’inizio della penetrazione
- tender points: punti circoscritti di dolore nel punto in cui si effettua la pressione
- eritema vestibolare/vaginale (rossore con sensazione di “taglietti”).
Gli altri sintomi variabili in base al grado di vestibolite sono: vulvari (dolore al tatto, prurito, secchezza, bruciore, gonfiore, fastidio nell’indossare vestiti attillati o sintetici), urinari (urgenza minzionale, dolore uretrale, che peggiorano col rapporto sessuale), vaginali (secchezza vaginale, scarsa eccitazione, dolore alla visita ginecologica,fastidio all’inserimento di assorbenti interni). La donna che ne è affetta sente dolore/bruciore/fastidio vulvare quando indossa pantaloni attillati, perizoma, indumenti sintetici, quando va in bicicletta, quando usa detergenti intimi, quando utilizza creme antimicotiche o antibiotiche, quando accavalla le gambe, quando sta seduta per molto tempo. L’urina acida o ricca di ossalati irrita l’uretra e la parte di vulva che questo liquido bagna.
Le cause possono essere infettive (candida, e. coli, herpes virus, clamidia, ureaplasma, hpv, gardnerella), meccaniche (da dispareunia, per esempio), chirurgiche (laser, diatermocoagulazione, episiotomie, cicatrici da chirurgica vulvo-vaginale, radioterapia), chimiche (detergenti irritanti, urine infette piene di tossine batteriche, creme e pomate locali, cibi contenenti sostanze irritanti, incontinenza ed enuresi che causano un continuo contatto del vestibolo con l’urina), ormonali (calo di estrogeni premestruale o menopausale), neurogeni (stress, alterazioni neurologiche), muscolari (ipertono del muscolo pubo-coccigeo da cistiti, vaginiti o patologie dolorose anali), traumatiche (cadute, urti violenti). Ma fondamentalmente la causa primaria è una risposta esagerata agli stimoli infiammatori su base genetica.
In che modo la cistite cronica porta a vestibolite vulvare? In che modo la vestibolite vulvare porta a cistite?
I continui antibiotici provocano disbiosi intestinale e vaginale e di conseguenza continue infezioni genitali soprattutto da candida ed escherichia coli. Il vestibolo vaginale infiammato attiva i mastociti, che come abbiamo più volte visto, liberano sostanze che aumentano il dolore e l’infiammazione stessa provocando gonfiore, dolore ed irritazione. Infiammazione e dolore provocano automaticamente la contrazione della muscolatura pubo-coccigea, già contratta a causa delle cistiti. Tale contrazione diventerà sempre più persistente fino a trasformarsi in contrattura (costante e difficile da sciogliere), che restringerà l’ingresso vaginale aumentando l’attrito durante il coito e rendendola più soggetta a piccole ulcere ed abrasioni. Lo scarso desiderio e la scarsa lubrificazione per la paura anticipatoria del dolore aumentano ulteriormente l’attrito durante il rapporto.
Nella VV è’ frequente la sovrapposizione di infezioni vulvari, vaginali ed uretrali. Il vestibolo sempre più infiammato perde la capacità di difendersi ed anche una banale carica batterica o micotica è in grado di sviluppare infezione. Pertanto la candidosi e altre infezioni vulvari, oltre che una causa, rappresentano una conseguenza della VV. L’accanimento contro i microrganismi patogeni senza risolvere la VV non solo è inutile, ma porta ad un peggioramento stesso della patologia a causa dell’effetto irritante di antibiotici ed antimicotici locali ed all’effetto immunodepressivo e disbiotico di quelli sistemici. Se non si cura l’infiammazione vestibolare, l’infezione da candida o da e. coli torneranno sempre e queste a loro volta rappresenteranno la base per nuove infezioni vescicali. La maggioranza delle donne affette da vulvodinia hanno una storia di cistiti e vaginiti ricorrenti precedente. La VV è infatti spesso associata a patologie quali: cistite ricorrente, cistite interstiziale, fibromialgia, dolori lombari.
L’infiammazione e la contrazione si possono estendere fino all’orifizio uretrale, che a sua volta sarà più debole verso gli attacchi batterici e responsabile di ristagno urinario. A questo punto il rischio di sviluppare cistite aumenta ulteriormente. Ed ecco l’instaurarsi del classico circolo vizioso, che se non viene interrotto porta a cronicizzazione ed al peggioramento costante della sintomatologia di tutti gli organi coinvolti.
La sintomatologia tende ad aumentare nel periodo premestruale e a diminuire durante la notte.
La VV è molto frequente: il 12/15% delle donne ne soffre, ma nonostante la sua frequenza sono ancora pochi i medici che la conoscono. Ciò porta la donna a sentirsi non capita ed a sottoporsi ad innumerevoli visite prima di arrivare ad una diagnosi. Il protrarsi della sintomatologia non curata peggiora il quadro sintomatologico, diventando cronico e rendendo la guarigione più difficile e la terapia più lunga e complessa.
TERAPIA
La terapia, una volta effettuata la diagnosi, esiste. Rivolgersi allo specialista giusto. Molte volte è solo la sua esperienza a risolvere il problema!
“Articolo scritto da Rosanna Piancone link“